Le sanzioni disciplinari per il lavoratore; è possibile difendersi? 15 Ottobre 2021 – Posted in: Approfondimenti, Blog
L’inosservanza da parte del lavoratore di disposizioni relative al dovere di diligenza e all’obbligo di fedeltà, ai sensi dell’articolo 2106 c.c. e dell’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori, può dar luogo a sanzioni disciplinari comminate dal datore di lavoro.
Ma quali sono le sanzioni disciplinari?
Le sanzioni disciplinari sono di tipo conservativo e di tipo espulsivo. Le prime comportano il perdurare del rapporto di lavoro e, secondo l’articolazione della contrattazione collettiva, sono: il rimprovero verbale, il rimprovero scritto, la multa e la sospensione dal servizio e dalla retribuzione.
Le sanzioni espulsive determinano la risoluzione del rapporto di lavoro mediante il licenziamento disciplinare.
Come funziona la procedura di contestazione dell’addebito al lavoratore?
Il procedimento di contestazione da parte del datore di lavoro è disciplinato dalla legge e dalla contrattazione collettiva al fine di garantire il diritto di difesa del lavoratore.
In primo luogo è lo Statuto dei Lavoratori che prevede l’affissione di un codice disciplinare sul luogo di lavoro, contenente le condotte illecite e le relative sanzioni.
Le fasi successive sono rispettivamente: la contestazione dell’addebito da parte del datore di lavoro, la facoltà di difesa del lavoratore, mediante la presentazione di giustificazioni, entro cinque giorni dalla contestazione, infine l’eventuale irrogazione della sanzione.
Quest’ultima può essere impugnata dal lavoratore dinnanzi l’autorità giudiziaria, oppure tramite procedure conciliative e di arbitrato.
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A cura dell’Avv. Monica Sciarroni